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3 Marzo 2019I bifosfonati sono farmaci utilizzati nella cura dell’osteoporosi e di patologie di tipo tumorale che coinvolgono le ossa. Qualora si stia effettuando una terapia a base di questi farmaci o se questa sia in programma per un futuro prossimo è importantissimo riferirlo al dentista!
In questo articolo, cercando di semplificare concetti non semplici, vi spieghiamo perché.
Metabolismo delle ossa: un delicato equilibrio
Le ossa costituiscono la nostra struttura portante e sono caratterizzate dalla capacità di rimodellarsi in continuazione: cellule ossee vecchie vengono ciclicamente sostituite da cellule nuove, in un perfetto equilibrio.
Nell’osteoporosi e in altre malattie più gravi questo equilibrio viene a mancare. Viene distrutto più osso di quanto il nostro organismo sia capace di rimpiazzare, con conseguenze dannose.
Bifosfonati: cosa sono e come agiscono
I BIFOSFONATI sono farmaci che vengono impiegati nel trattamento delle patologie dello scheletro caratterizzate da una massiva distruzione dell’osso. Agiscono bloccando il processo di rimodellamento osseo che, negli individui con malattie delle ossa, non è più in equilibrio e produce danno invece che beneficio.
Perché è importante riferire al dentista l’assunzione di bifosfonati
Una regola d’oro per garantirci cure dentistiche in totale sicurezza è comunicare all’odontoiatra TUTTI i farmaci e le sostanze che assumiamo.
Riferire che si stanno assumendo bifosfonati è molto importante perché chi li assume potrebbe sviluppare, in seguito ad alcuni trattamenti odontoiatrici, una complicanza chiamata osteonecrosi delle ossa mascellari (Clicca qui per saperne di più).
Cerchiamo di spiegare
Quando si assumono bifosfonati per curare un disturbo osseo, essi vengono accumulati in varia misura in tutte le ossa del nostro scheletro, ma prevalentemente nelle ossa più vascolarizzate e che fisiologicamente si rimodellano di più (come la mandibola), provocando l’inibizione del rinnovo delle cellule dell’osso. Il punto è che, se l’osso delle mascelle viene “disturbato” da un intervento odontoiatrico, avendo ridotte al minimo le sue capacità di guarigione, può sviluppare infezione e necrosi.
Non tutti i bifosfonati sono uguali
Nella terapia dei disturbi scheletrici benigni (osteoporosi, morbo di Paget) i bifosfonati vengono impiegati con dosaggi bassi protratti nel tempo e sono assunti per via orale. Nelle malattie tumorali invece, essendo necessarie dosi molto più massicce di farmaco, si ricorre quasi esclusivamente a somministrazioni endovenose ravvicinate e pertanto in breve tempo si raggiungono alte concentrazioni di bifosfonati a livello delle ossa. Tra questi farmaci, quelli maggiormente associati al rischio di osteonecrosi dei mascellari sono gli aminobifosfonati (nomi commerciali noti sono Zometa, Fosamax, Actonel, Boniva, Aredia, Reclast..).
–> La collaborazione tra dentista e medico curante sarà di fondamentale importanza per fornirvi tutte le informazioni del caso e chiarire qualsiasi vostro dubbio in merito. Fondamentali sono il mantenimento di livelli ottimali di igiene orale, l’informazione e la sensibilizzazione del paziente.
Cosa dicono le linee guida
PRIMA di iniziare un trattamento con i bifosfonati (almeno un mese prima): è bene che il paziente si sottoponga a un controllo odontoiatrico finalizzato alla prevenzione con lo scopo di ottimizzare le condizioni di salute orale. In questa fase è ancora possibile effettuare alcuni trattamenti invasivi (ad esempio estrazioni di denti non recuperabili) per ridurre al minimo la necessità di interventi chirurgici durante la futura terapia con bifosfonati.
Un dentista competente fornirà le istruzioni volte al mantenimento di un’adeguata igiene orale prima, durante e dopo il trattamento con bifosfonati. Inoltre sottoporrà il paziente a controlli clinici e radiografici periodici per monitorare la situazione di salute orale.
DURANTE la terapia con i bifosfonati: l’approccio terapeutico dentistico è di tipo preventivo/conservativo con frequenti controlli di monitoraggio. L’obiettivo è di mantenere lo stato di salute orale e curare preventivamente eventuali disturbi, ricorrendo a metodiche non invasive.
Nel caso di interventi chirurgici orali indispensabili per il trattamento dell’infezione e del dolore, durante il trattamento con bifosfonati, l’odontoiatra valuterà, in accordo con il medico specialista, il possibile rischio di osteonecrosi, adottando protocolli di trattamento specifici attraverso tecniche che minimizzano il trauma locale ai tessuti ed effettuando un monitoraggio post-operatorio frequente.
Per un approccio più scientifico e dettagliato e sull’argomento vi invitiamo a consultare le linee guida pubblicate dal Ministero della Salute in unione con l’ANDI.